Sicilia aprile 2011

La trama...


Una tavola elegantemente apparecchiata per 13 persone: è il banchetto in onore della “Baronessa”. Saro, uno chef di grande fama, ha accettato di preparare personalmente il menù per questa particolare occasione; tredici portate diverse, tredici antipasti e altrettanti primi, secondi, e dolci. Non ci sono camerieri a servire perché Saro non vuole estranei in quel salone, per lui così caro e gravido di ricordi; sarà lui stesso a riempire la lunga tavola con le diverse portate.
Al centro un posto apparecchiato con piatti, posate, bicchieri particolari, diversi dagli altri; anche la sedia è unica, sembra un trono imbottito di velluto rosso e trapuntato d’oro.
Saro ha chiamato il suo “figlioccio” Carmelo a seguirlo in questa serata particolare; pur riluttante Carmelo si è convinto e così i due sono all’opera.
La preparazione del banchetto procede tra discussioni e litigi creando una miscela esplosiva che si traduce in scontri verbali dagli esiti a volte comici a volte drammatici, ma sempre di alto livello gastronomico. Ciò deriva ovviamente da due culture, due filosofie, due visioni del mondo, non solo culinario ovviamente, che, attraverso le loro dispute, raccontano la Sicilia, le sue origini gastronomiche, passando da Archestrato di Gela, capostipite dei cuochi poeti e filosofi, fino a Brancati e Camilleri, passando per l’Abate Meli, De Roberto, Verga, Tomasi di Lampedusa, Vittorini. In fondo a entrambi c’è il colore, il sapore, l’odore, il suono, la delicatezza e l’asperità, della loro Sicilia.
Alla fine della lunga disputa Carmelo chiede ancora una volta il motivo per cui Saro ha accettato di sottoporsi a quella fatica così sproporzionata che non ha compenso adeguato; e Saro messo alle strette ammette che non c’è alcun compenso in quanto il motivo che lo ha spinto a quell’ultima cena in onore della Baronessa è… qualcosa che scoprirà chi vedrà lo spettacolo.

Carmelo Chiaramonte è chef in ascesa nell’olimpo della ristorazione nazionale e internazionale, irrequieto, creativo e fantasioso sempre alla ricerca di ricette e soprattutto di profumi, di odori, di sensazioni che prima del palato devono stimolare l’olfatto, arrivando al cervello prima che allo stomaco; Carmelo ricerca la Poesia del cibo, e scava nel passato della sua terra siciliana sempre cercando antiche ricette andate perdute.

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Gli interpreti...

L'Attore : Carlo Cartier

Si divide tra televisione e teatro, ma quest’ultimo rimane il suo primo amore al quale ritorna sempre volentieri. Nasce siciliano, come lo vuole la fiction che gli dà la notorietà presso il grande pubblico (Un cane sciolto), ma cresce a Milano, dove esordisce con la Compagnia del Teatro Uomo. Anche la Germania lo vede protagonista di alcune fiction, e se parla bene il tedesco deve ringraziare la sua passione per le donne: è per correre dietro alla solita bionda teutonica che finisce a lavorare al porto di Amburgo e ci resta per quattro anni. Chiusa la parentesi estera, decide di tornare in Italia e ricominciare. In teatro, nel 79, con "Piccole donne un musical" ottiene un grande successo e da allora non si è più fermato. Ha lavorato con i Teatri Stabili di Roma, Torino, Palermo e L’Aquila; può passare dal brillante al drammatico con estrema facilità ma, se fosse per lui, farebbe solo l’attore brillante, pur non nascondendo il piacere di fare anche i cattivi perché, dice, lo aiutano a sfogarsi. In televisione ha partecipato a numerose serie e fiction di successo interpretando personaggi sempre diversi. In cucina, la sua grande passione, dà il meglio di sé; ottima forchetta, adora mangiare arrosti e salamini e gli amici pensano che regalargli un cappotto sia meglio che invitarlo a cena. E’ sposato da vent’anni con la donna alla quale, inginocchiandosi, disse “Tu sarai la madre dei miei figli”: infatti oggi ci sono Francesco e Rachele! Odia tutti i raccomandati, ma trovare una raccomandazione resta la sua vera aspirazione. Il suo motto? “Meglio pazzi che niente”. (altro)




Lo Chef : Carmelo Chiaramonte

Uno Chef, assolutamente atipico nel panorama della cucina non solo siciliana. Il suo desiderio di conoscenza spazia ecletticamente in più discipline, divenendo cultura che Carmelo non cela solo per se stesso, ma trasferisce ai propri piatti i quali parlano di lui, della sua voglia di ricerca, del suo amore per una professione che interpreta magistralmente. E’ sempre attento alla ricerca gastronomica dei prodotti alimentari e delle consuetudini gastronomiche della Sicilia e delle piccole isole, anche se il suo interesse è legato non tanto ( e non solo) al piacere edonistico del cibo, quanto agli aspetti antropologici che si celano dietro alla cultura materiale tradizionale della terra di Trinacria .La sua inquieta curiosità olfattiva lo ha portato a sperimentare linguaggi gastronomici al di fuori della cucina. Ha collaborato con progetti teatrali, in qualità di scenografo gastronomico; trascrive i suoi pensieri culinari su tre testate regionali dell’isola; ha scritto un libro “ A tutto tonno” e saltuariamente è autore televisivo per Gambero Rosso.(altro)

La regia...

Il Regista : Giancarlo Sammartano

Il Timballo del Gattopardo Solo spettacolo, solo un testo teatrale, o anarchica performance? Epica della cucina, o pretesto per un simposio letterario? Comico, tragico, grottesco?
Il Timballo del Gattopardo è, come la fragrante materia che evoca, una dorata crosta in cui convivono molti e diversi elementi, materie della natura orchestrate dall’uo...mo. In un salone da pranzo, che sovrasta a vista la sua cucina, due figuri –ma è più giusto dire figurine- in perfetto stile etnico ‘900 (ma quante reminiscenze letterarie dell’800, e ancora indietro fino alla madre Grecia!) dibattono e contrastano sul menù di un banchetto epocale: 13 convitati, 4 diverse portate per ciascuno, 52 piatti. Una metafisica scena di conversazione –Pinter e Martoglio- tra due generazioni, zio e nipote, scandita dall’azione reale della cucina che bolle, sfrigola, insapora. Motore del tutto è come sempre l’amore, una passione impossibile nata e tenuta in vita dall’effimera cottura del cibo.
E’ il valzer dell’acquolina, il tango delle papille, la contraddanza del dolce e del salato.
Nella diversità dei personaggi, forma e sostanza, circola la lingua comune della citazione letteraria, servita e sorbita come un liquore forte e raro. Quasimodo, Archestrato di Gela, Omero, De Roberto, Brancati, Verga, Vittorini, Tomasi di Lampedusa si materializzano a sorpresa dalle pagini di libri che sono qui non solo bagagli della memoria, ma veri e coerenti oggetti scenici: micidiali micce della nostalgia.
La cucina, come il teatro -di cui resta chiusa nel libro di chi lo ha scritto solo la foglia della memoria di chi lo ha visto- vive sempre nel presente. Il suo senso nascosto rivive nella memoria della ricetta, dove aleggia sempre minacciosa l’ambiguità del q. b. (quanto basta). Uno spettacolo sul baratro crudele del Tempo, sempre oscillante tra nostalgia del passato e attesa del futuro. Uno spettacolo sul cibo e sul desiderio, sulla sublime tecnica per rendere un piacere ciò che è necessità, scelta ciò che è obbligo: metafora di un’ascesa dalla bassezza della materia, alla leggerezza dell’arte. Cibo come danza, musica, poesia. L’in più del quotidiano. Edonismo, sì, ma epicureo. Voglia insaziabile di bellezza. Sapori e aromi da gustare sapendo che ciò che più importa è mantenere vivo il desiderio, poter pensare, in un lampo: E’ così bello che pare già di ricordarsene.
Se Carlo Cartier –attore fior di farina- si finge chef di antica concezione e rigido garbo, Carmelo Chiaramonte – chef di fama- si fa attore di una storia altrui che pure parla di lui, del suo amore per la Tradizione, per l’armonia della cultura materiale. Entrambi, come veri antropologhi, studiano e raccontano l’uomo mentre si muta.
Agli spettatori di stasera, pubblico eletto, vorremmo tanto offrire il piacere di una serata diversa, sulla luna, sotto le stelle.
Quindi, e soprattutto: Buon divertimento!

Giancarlo Sammartano

L'autore...

L'Autore: Rosario Galli

      Scrittore, attore, regista, organizzatore, docente, artigiano pasticciere! In realtà di tutte le cose elencate l’ultima è quella di cui è più orgoglioso; anche se a dire tutta la verità la sua “arte” pasticcera si limita a una sola specialità, la marmellata d’arance amare che casualmente tentò di fare molti anni fa, in contrasto con sua madre che rivendicava una primogenitura nel campo, e che sempre casualmente gli venne così bene da suscitare l’ammirazione di amici e parenti. Da quel momento ogni anno si esercita in tale fabbricazione, modificando, inventando e aggiustando la ricetta, così da ottenere barattoli di prezioso nettare d’oro che vengono richiesti e contesi dai sempre più numerosi estimatori. 
      La precarietà del mondo dello spettacolo e in particolare le difficoltà del Teatro italiano ad accettare opere nuove, lo hanno spesso tentato a mollare tutto per dedicarsi esclusivamente alla marmellata; se ancora non l’ha fatto è perché trovare le arance amare giuste non è così facile, e la produzione è tale che non gli consentirebbe di sfamare la numerosa famiglia che da lui dipende. Si riserva di incrementare il numero dei barattoli e passare dagli attuali 27 a circa il doppio, ma teme che ancora siano pochi, perché dovrebbe venderli a sette-ottocento euro l’uno, e gli sembra una cifra un tantino fuori mercato, considerando anche che siamo in un periodo di crisi… ops, no, errore, quest’ultima frase non deve essere presa in considerazione, non c’è alcuna crisi, la Nazione è prospera e felice e l’Italia è il migliore dei Paesi possibili (correzione finale a cura della AGCOM). (altro)

La scenografia...

Lo Scenografo: Antonello Geleng



Pittore e scenografo dal multiforme ingegno, preferisce essere ricordato più che per i premi e i film da lui “scenografati”, per il fatto di essere discendente diretto di Ottone Geleng grande pittore e nobile tedesco a cui si deve la “scoperta” di Taormina.
Infatti nel 1863 il Conte Geleng, giovanissimo pittore da qualche mese trasferitosi in Italia, decise di vedere con i suoi occhi quel luogo misterioso e pericoloso, secondo le dicerie dell’epoca, che molti amici gli sconsigliavano di visitare. Ma il Conte non intese ragioni e giunse a Giardini un giorno di febbraio e a dorso di mulo fu condotto in quel borgo sul monte Tauro.
Qui iniziò a dipingere e inviò i suoi quadri a Berlino e Parigi. Quei panorami furono considerati inventati dai critici francesi; non potevano esistere luoghi simili! Geleng li sfidò e li obbligò a verificare di persona; un paio di anni dopo importanti personalità ebbero la conferma che Geleng aveva dipinto il vero e scrissero articoli entusiastici sui giornali parigini: nasceva il mito di Taormina! Da quel momento divenne soggiorno obbligato per artisti famosi tra cui Wagner, e poi Brahms e Strauss.
Insomma Geleng, quello di oggi, è felice di tornare, con uno spettacolo di cui ha disegnato la scena, nella città resa famosa dal suo avo e pur non viaggiando in aereo… eviterà di arrivarci a dorso di mulo.  (altro)

La produzione...

La produzione: Associazione "Città Teatro" di Catania

 L’Associazione “Città Teatro”, costituita il 29 Marzo 1989, ha per oggetto l’organizzazione e la produzione di incontri, convegni, stage, scuole e spettacoli di prosa, musica e danza. In questi anni l’Associazione “Città Teatro” ha espletato in modo incisivo il suo compito con iniziative di interesse nazionale e internazionale.
- Organizzazione di seminari  laboratori  e incontri culturali, fra cui il seminario di musica popolare de I Lautari, il Laboratorio di mimo di GILLES COULLET, Miti e Tradizioni, rassegna di video d’autore curata da Francesco Di Vincenzo, le mostre Itinerari Teatrali Catanesi e Itinerari Verghiani, il laboratorio teatrale “Le  Corps Savage” e il Laboratorio drammaturgico teatrale “Progetto POF”, rivolto agli allievi delle Scuole elementari e medie.
- Organizzazione di RASSEGNE TEATRALI NAZIONALI al Teatro Ambasciatori di Catania, con Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi, Lina Sastri, “Attori e Tecnici”, Valeria Valeri e Paolo Ferrari, Maurizio Micheli, Pippo Pattavina, Mino Bellei, Renzo Montagnani e Paola Tedesco, Romano Bernardi, Ivana Monti e Andrea Giordana, Gianrico Tedeschi e Marinella Laszlo, Arturo Brachetti e Mariangela D’Abbraccio, Flavio Bucci Ugo Pagliai e Paola Gasmann, Ernesto Calindri e Liliana Feldmann, Roberta Lerici, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, Aldo Giuffrè e Nunzio Gallo.
- Produzione di Spettacoli Teatrali, con autori e attori di spessore quali Armando Pugliese, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Mariella Lo Giudice, Giuseppe Fava, Andrea Tidona, Lamberto Puggelli, Marcello Perracchio, Carla Cassola, Ambra Angiolini, Leo Gullotta.
- Produzione di spettacoli e rassegne di Danza e Musica, fra cui la 1a Rassegna Catania Citta’ Teatro Danza (Nuovo Teatro, Piccolo Teatro di Catania e Teatro Club) con la Nuova Compagnia Italiana Del Balletto, la Compagnia Nuova Danza e Citta’ Teatro Danza.
    Dal 2000 organizza il Premio Ara di Giove presso il Comune di Pedara e la Rassegna Riflessi, coinvolgendo artisti di levatura internazionale come James Thiérrée, con Le veillée des Abysses, la Pasiones Company di Erica Boaglio e Adrian Aragon e il  Jin Xing Dance Theatre.